Ero a Sidney nel 2009, proprio quando Alex sbarcò dopo aver attraversato l’oceano pacifico in barca a remi. 

Fin prima del suo sbarco sentivo verso di lui un sentimento di vicinanza, direi proprio che sentivo di essergli amico, ancor prima di conoscerlo. Per una serie di eventi che ancora oggi hanno dell’incredibile ci incontrammo qualche anno per sorvolare in mongolfiera la pianura padana. In quel frangente raccontai della mia esperienza come allenatore di maratoneti keniani in Africa. 

Qualche tempo dopo lo stavo allenando per una delle esperienze più incredibili della quale sono stato partecipe: la traversata degli Stati Uniti coast to-coast. Una gara a piedi di 5500 km attraverso gli Stati Uniti. 70 giorni di corsa senza un solo giorno di riposo con una media di 74 km giornalieri. Un’avventura pazzesca. 

A quel tempo non c’erano molte ricerche scientifiche per corse così estreme, in condizioni spesso proibitive per le temperature, oltre che i km. Mi inventai un metodo di allenamento in base alla mia esperienza e alle risposte del fisico di Alex. 7 mesi dopo partivamo alla volta di Los Angeles, luogo di partenza di un viaggio lunghissimo verso est. 

Fu un successo. 8 runners arrivarono a New York e Alex Bellini si classificò quarto.

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